RAGAZZA, DONNA, ALTRO

RAGAZZA, DONNA, ALTRO

Bernardine Evaristo

Tanta umanità, un sacco di vite, pochissima punteggiatura.

Le protagoniste sono 12 donne, lesbiche ed etero, nere o di sangue misto, sono giovani ed anziane, hanno vite anticonvenzionali o estremamente nelle righe. Mettono in luce con estrema forza l’arabesque di colori e possibilità che possono esistere sulla terra. E questo arabesque è una cosa talmente reale e, oserei dire banale, che neanche dovrebbe esserci la necessità di affermare che è diritto di tutti vivere come si vuole in qualsiasi parte del mondo, e amare chi si vuole senza dover dare spiegazioni a nessuno.  

Ci si affeziona a tutte, ad Amma, a Yazz , a Dominique, a Megan/Morgan… ma le mie preferite in assoluto sono Bummi e Hattie.

Hattie ha 93 anni cammina a piedi nudi nella sua casa di campagna e ascolta Morgan che le dice che non si identifica più in un genere, né maschile, né femminile. Hattie inizialmente non capisce e dopo due mesi di musi lunghi da parte di Morgan, le dice che se si aspetta che lei capisca quello che ha detto pretende troppo, lei è nata negli anni ’20, ma dice: “facciamo che sei quello che sei e non ne parliamo più”. La cosa importante è che ai suoi occhi Morgan non è per niente cambiata, è uguale a prima, lei la conosceva e la riconosceva già così. Non c’è da pontificare, da studiare il fenomeno, da comprendere il tempo che cambia, bisogna osservare e prendere atto, e questa volta il punto lo metto io.

Le storie sono ambientate prevalentemente in Inghilterra. Ma in realtà l’Inghilterra è il luogo di approdo, i luoghi di origine delle protagoniste e delle loro famiglie sono vari e disseminati. 

Il libro è diviso in 5 parti e 14 capitoli.

Manca la punteggiatura, ma stranamente non mi è mancata. La divisione in paragrafi e gli spazi, sostituiscono i punti e fanno assumere alla lettura un buon ritmo.

Ogni capitolo racconta una biografia e dunque è in sè concludente, questo ha fatto rallentare di molto la mia lettura. Gli ultimi due capitoli rimettono tutto in una buona prospettiva e finalmente riescono a racchiudere quasi tutte queste vite in un unico luogo, un after party.

E’ un bel libro, le storie aprono la mente, raccontano il reale in modo molto vero e appropriato, ma non è un capolavoro, come mi aspettavo. Mi ha fatto ricordare che non amo moltissimo i libri con tanti nomi e storie separate l’una dall’altra, ad un certo punto mi è sembrato di leggere un libro di racconti, invece che un romanzo.

E poi è stato difficilissimo trovare la ricetta da abbinare. Le protagoniste vivono in Inghilterra ma per la maggior parte hanno origini africane.

Ero indecisa tra un abbondante Brunch, che racchiudesse tanti colori, oppure un piatto che sprigionasse tanti profumi. Ho optato per un profumatissimo pollo speziato.

Vai alla ricetta.



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