NERO LUCANO
Piera Carlomagno
Sono nata in Basilicata e Nero Lucano mi è piaciuto tanto. Mi è piaciuto il giallo in sé e mi è piaciuto come è stato raccontato il nero della mia terra.
Raccontare la Basilicata non è facile, anzi per meglio dire, capire la Basilicata è alquanto difficile. Invece in questo libro mentre Viola Guarino, patologa e antropologa nonché la protagonista del libro, cerca l’assassino di ben tre efferati omicidi, l’autrice Piera Carlomagno riesce a trovare le parole per spiegare questa terra. “una terra per pochi eletti e di pochi uomini, che vivono un’eterna guerra difensiva, arroccati tra mura immaginarie e confini discutibili”.
E’ inverno, fa freddo, il vento freddo di Matera è descritto con una scrittura così precisa che senti che ti taglia le guance e ti gela le orecchie. Matera è la città di Viola, della procura da cui vengono condotte le indagini, delle signore del bridge e di alcuni notabili lucani.
Vicino al primo cadavere con il cranio diviso in due precisissime parti viene trovata una mappa della Basilicata, sulla quale ci sono vari punti segnati: Montalbano Jonico, Corleto, Viggiano, Aliano…si intuisce sin da subito che i luoghi in cui cercare sono vari.
La squadra che segue le indagini spera di riuscire a precedere l’assassino per evitare altre possibili uccisioni…non ci riuscirà. L’inchiesta è difficile, i rapporti sono complessi, bisogna tornare al passato per trovare l’assassino e prima di trovarlo bisogna capire i rapporti tra i notabili, quanto ha influito il sottobosco, quanto contano gli affari e da chi sono gestiti in Basilicata.
E quale è l’affare più importante e redditizio della Basilicata se non il nero petrolio? Il nero petrolio guardato a vista da una Nera Madonna, quella di Viggiano, protettrice e regina della Basilicata. “La Madonna è come uno spavento negli occhi. Cosa contempla? Viola le si mise accanto e vide. Tutta la Val d’Agri, un fiume, un paesino bianco sul cocuzzolo. E in fondo i pozzi di petrolio, le trivelle accese, l’impianto enorme da far paura, la sera le fiamme si levano altissime nel cielo. E’ il petrolio che brucia o è la Madonna che non cessa di segnalare la sua presenza? Nero contro nero, il centro è qui, è questo il senso profondo del nero lucano.”
Come il magistrato Loris per la prima volta assaggio la Cialedda calda. Certo è sicuramente più buona in una gelida Matera che a Bologna…nonostante gli sforzi il pane fa la differenza, ma sono curiosa. E post cialedda? ovvio l’Amaro Lucano, che va bene sempre ed ovunque.