ANNIENTARE
Michel Houellebecq
E’ un libro che non mi ha portato piacere nella lettura, ma al contrario molto fastidio per l’estremo cinismo del racconto e la narrazione frammentata. Non dico assolutamente che Houllebecq non abbia fatto un buon lavoro, anzi il contrario, ma non è un romanzo adatto a me, almeno non lo è in questo momento.
L’ho comprato in un giorno in cui ero veramente affaticata, sono uscita da lavoro e sono entrata in libreria, l’ho visto tra le novità. Da un po’ volevo leggere qualcosa di Houellebecq, era rosa, era lungo, l’ho comprato…ma non si è rivelata una grande scelta. Pensavo di aver comprato un libro che avesse come centro della storia un attacco informatico che mette in ginocchio la Francia e il resto del mondo, invece non è che una parentesi in un racconto molto più complesso che non ha nulla a che fare con la politica, la geografia, l’economia del mondo ma, che in maniera più complessa, si sofferma sulla famiglia, sui rapporti, sull’esistenza, sulla malattia, sulla vita e sulla morte.
Le vicende sono ambientate durante il periodo della campagna elettorale e delle elezioni presidenziali francesi del 2027. Il protagonista è Paul Raison.
Paul è consigliere ed amico di Bruno Juge, ministro dell’economia e candidato più probabile alle elezioni; è il figlio di Eduard, è il fratello di Cecile e di Aurelien ed è il marito di Prudence.
Gli aspetti che mi hanno particolarmente affaticata sono la lunghezza, sono tante 739 pagine, e la frammentarietà del racconto, scrive di un attentato informatico a pagina 10, poi ci ritorna su dopo 200 pagine, poi ancora dopo 300 e alla fine non ho neanche capito bene come sia andata a finire la storia; mi ha affaticato leggere di questi sogni lunghissimi di Paul che interrompono il racconto e di cui non ho mai capito il senso, sembrano formare un romanzo nel romanzo; mi ha affaticata e provata il cinismo con cui ha raccontato alcune vicende, per esempio la morte del fratello in così tante pagine non c’è stato lo spazio per raccontare l’elaborazione di questa morte. Houellebecq ovviamente ha raggiunto pienamente il suo scopo, ha scritto/non scritto divinamente questo libro. Ma non sono disposta a ricevere tutto questo carico di cinismo e realismo in questo momento, avrei avuto bisogno di “meravigliose menzogne”.
Un libro che deve sedimentare ma che inevitabilmente rimane nella memoria, rimane per gli spunti di riflessione, per il cinismo, per il realismo, lo spiritualismo, per gli accenni di filosofia e di arte. RIMANE.
Siamo in Francia, tra Parigi, Lione e la regione del Beaujolais, i temi trattati sono tanti e anche non per forza ben collegati tra loro, per questo motivo quello che mi è venuto in mente è un tagliere di formaggi tutti diversi l’uno dall’altro che si richiamano e sono necessari per fare un buon boccone ma non si amalgamano, e ad accompagnare un buon bicchiere di Chardonnay .