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REGINA ROSSA

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LA TORTILLA DI REGINA ROSSA

LA TORTILLA DI REGINA ROSSA

Ci sono milioni di versioni della Tortilla di patate, questa è quella di Jon e devo dire che ne vale la pena, le quantità sono le sue, io sarei un po’ più cauta. Provatela! CUCINIAMO INGREDIENTI per 2 persone una retina di patate (da indicazione…

I LEONI DI SICILIA

I LEONI DI SICILIA

Stefania Auci

Leggo i Leoni di Sicilia, quando ormai tutt* hanno già disertato a sufficienza anche sull’Inverno dei Leoni…ma io ho questi tempi qui.

La storia dei Florio è veramente affascinante, si potrebbe dire che sono stati dei capitalisti ante litteram. Dalla Calabria si trasferiscono a Palermo, cominciano con l’importare e commerciare spezie e piano piano attraverso gli sforzi, la fatica e la lungimiranza diventano proprietari di un impero.

Invisi alla classe aristocratica di Palermo, si fanno strada e diventano determinanti per le sorti della città e dell’isola, da un punto di vista economico e politico.

Stefania Auci racconta la storia e i protagonisti molto bene. Ignazio, lo zio Ignazio, è in assoluto entrato nel mio cuore. La giusta dose di umanità e umiltà, capacità negli affari e capacità di lettura del contesto e delle singole predisposizioni umane sono le cose che me lo hanno fatto preferire.

La mostra di HERBERST LIST esposta a Bologna durante la biennale di fotografia FOTO INDUSTRIA, promossa dal MAST, non poteva che essere più calzante durante questa mia lettura.

Herbert List nel 1951 si reca a Favignana, nella tonnara di proprietà dei Florio e fotografa la mattanza dei tonni, la stessa tonnara raccontata dall’Auci. Le foto sono incantevoli e colgono bene la forza che serve per tirare su queste enormi creature del mare. Sembra quasi un racconto epico. Le foto raccontano il lavoro che impiega la popolazione dell’intera isola, i pescatori che escono per la pesca, “i macellai che aspettano al porto i pesci da fare a pezzi” (parole di List), le donne che inscatolano il pesce nelle latte, dopo averlo cotto…

Questo pezzo di terra ha sempre vissuto di pesca dei tonni, ma con l’arrivo di Florio le cose cambiano.

Cosa fanno i Florio? Fanno si che il lavoro che precedentemente impegnava solo una parte della popolazione e solo per una parte dell’anno diventa un lavoro per tutti e per tutto l’anno. Arrivano a creare una piccola “azienda” per la produzione delle latte fatte a mano, e addirittura un asilo all’interno dello stabilimento (è ancora leggenda in tantissime realtà attuali).

Insomma sono lungimiranti e lo dimostrano in tantissime altri ambiti, la produzione del marsala, il commercio di stoffe e seta.

I Leoni di Sicilia ti fanno affezionare a questa famiglia, ti fanno comprendere bene la caparbietà che li contraddistingue e le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Ovviamente il contesto fa la differenza, la descrizione di una Palermo brulicante di persone, odori, puzze, dialetti, luce e sole rende il racconto ancora più bello. E mi fa venire la voglia di tornare a Palermo. Visitare i palazzi bellissimi, scaldarmi al sole, mangiare per strada, ascoltare la musicalità di questa lingua.

L’autrice, attraverso la storia della famiglia, riesce a raccontare il contesto politico e storico della Sicilia e della non ancora unita Italia dagli anni 1799 al 1868. Ho apprezzato questo libro, ma dopo 430 pagine farò una pausa prima di leggere L’Inverno dei Leoni, non vorrei farne indigestione.

Oggi pensando al libro di Auci e alla mostra di List non posso che mangiare del tonno in scatola.

Vai alla ricetta.

LA PASTA AL TONNO DI I LEONI DI SICILIA

LA PASTA AL TONNO DI I LEONI DI SICILIA

Facilissima, da fare senza pesare nulla CUCINIAMO INGREDIENTI PER 2 PERSONE 200 g di pasta 2 scatolette medie di tonno 1 cipolla capperi sotto sale 1 alice sale pomodorini secchi PREPARAZIONE 1- Fate cuocere della pasta corta in abbondante acqua salata. 2- Nel frattempo, in…

UN TE’ A CHAVERTON HOUSE

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Alessia Gazzola Io avrei gridato di felicità se avessi ricevuto, dalle fate, il talento infallibile per i lievitati. Angelica, la protagonista di questo libro, alla nascita ha ricevuto proprio questo dono, insieme al buonumore e alla docilità di temperamento. Cresce in una famiglia iper perfettina,…

I CORNETTI di UN TE’ A CHAVERTON HOUSE

I CORNETTI di UN TE’ A CHAVERTON HOUSE

Una procedura lunghissima. Due consigli: preparateli d’inverno e munitevi di pazienza.

CUCINIAMO

INGREDIENTI per 22 cornetti:

  • 400 g di farina 00
  • 100 g di farina di manitoba
  • 250 g di acqua a temperatura ambiente
  • 50 g di panna fresca
  • 10 g di birra fresco
  • 60 g di zucchero
  • 12 g di sale
  • 300 g di burro di alta qualità

PER SPENNELLARE:

  • 1 tuorlo
  • latte intero q.b.

PREPARAZIONE

1- Inserite nella planetaria munita di gancio la farina 00, la farina manitoba, il lievito di birra fresco sbriciolato e l’acqua. Azionate la planetaria a velocità bassa e non appena si saranno amalgamati gli ingredienti aumentate a velocità media. In questa fase l’impasto dovrà risultare elastico e morbido: ci vorranno circa 5 minuti.

2- Arrestate poi la planetaria, versate la panna, il sale e lo zucchero. Azionate nuovamente la planetaria a velocità inizialmente bassa e poi media, lavorando il tutto per circa 8 minuti, fino a quando i bordi della ciotola della planetaria non saranno puliti e l’impasto si sarà incordato. Al termine, l’impasto dovrebbe risultare morbido ed elastico.

3- Trasferite l’impasto in una ciotola ampia e coprite con la pellicola . Lasciatelo lievitare in forno spento con luce accesa per circa 2 ore.

4- Una volta passato il tempo indicato, riprendete l’impasto, spolverizzate con pochissima farina e ribaltatelo sul piano di lavoro leggermente infarinato e spolverizzate anche l’altra parte. Procedete stendendo delicatamente l’impasto con il mattarello fino a realizzare un rettangolo di 45×25 cm. Prendete il panetto di burro, che dovrà essere plastico (assolutamente da evitare il burro morbido per dolci). Spolverizzate leggermente il piano di lavoro con della farina, spolverizzate anche il burro e stendetelo con il matterello, girandolo di tanto in tanto, per dare una forma squadrata di 25×25 cm con spessore di circa mezzo cm.

5- Adagiate il quadrato di burro al centro dell’impasto steso. Ripiegate verso il centro uno dei due lembi di impasto, poi fate la stessa operazione per l’altro lembo senza sovrapporre eccessivamente.

6- Prendete un vassoio, foderatelo con pellicola quindi adagiate l’impasto e ricopritelo con altra pellicola. Ponetelo in frigo per 15 minuti. Passati questi minuti, togliete la pellicola, spolverizzate leggermente il piano di lavoro e il panetto, ribaltatelo sul piano di lavoro, spolverizzate leggermente anche l’altra parte del panetto e stendetelo con il mattarello per il verso della lunghezza.

7- Adesso bisogna fare le pieghe. Portate un lembo di impasto ad un terzo del rettangolo e poi ricoprite con l’altro lembo. Avvolgete con la pellicola il panetto e riponete in frigo per 30 minuti. Dopodiché procederete allo stesso modo, stendendo il panetto sempre in direzione delle aperture e ripiegando i lembi come indicato in precedenza; una volta eseguita la seconda piega, potrete riporre il panetto in frigo avvolto con pellicola per 30 minuti. Passato questo tempo, potete procedere alla terza ed ultima piega con gli stessi passaggi precedenti. Questa volta però dovrete lasciare il panetto in frigorifero coperto con pellicola per almeno 2 ore.

8- Dopo questo tempo, riprendete l’impasto: spolverizzate leggermente il piano di lavoro, spolverizzate leggermente il panetto e procedete a stendere sempre per il verso delle aperture ad uno spessore di circa 2,5-3 mm. Dovrete ottenere un rettangolo di 40×60 cm; mentre lavorate per stenderlo di tanto in tanto infarinate leggermente e ribaltatelo.

9- Prendete un righello, dividete il rettangolo in due metà, per il senso della larghezza, in modo da ricavare due rettangoli di 20X60 cm. A questo punto, utilizzando una rondella taglia pasta, realizzate delle incisioni ogni 10 cm su uno dei due lati di ciascun rettangolo. Poi sull’altro lato del rettangolo segnate un punto ogni 5 cm, senza inciderlo; sarà la punta dei vostri cornetti.

10-  A questo punto intagliate la pasta formando dei triangoli tagliando dall’incisione della base (10 cm) all’incisione della punta (5cm ).

11- Iniziate a formare i vostri cornetti: prendete un triangolino di pasta, tenendo ferma la base con una mano allungatelo leggermente tirando la punta con delicatezza, praticate un’incisione al centro della base di circa 2-3 cm di lunghezza. A questo punto arrotolate su se stesso il croissant, tirando leggermente verso l’estremità e richiudendolo poi a mezza luna. Posizionate man a mano i croissant su una teglia foderata con carta forno, distanziandoli tra loro.

11- Lasciate lievitare i croissant in forno spento con luce accesa per un’ora e mezza.

12- Passato questo tempo, in una ciotolina sbattete i tuorli con il latte e spennellate i cornetti, in questo modo dopo la cottura risulteranno dorati e lucidi. Infornate in forno già caldo, ventilato, a 200° per circa 18 minuti. Controllateli spesso durante la cottura, senza mai aprire lo sportello del forno.

13- Una volta cotti, sfornate i vostri croissant e gustateli caldi con creme e marmellate.

Aiuto!!! è una ricetta difficile, come dicevo all’inizio munitevi di pazienza e comprate un panetto di burro di ottima qualità e non assolutamente il burro morbido per i dolci…potrebbe essere un disastro.

Comunque ho appurato che il dono dei lievitati a me non è toccato in sorte.

RAGAZZA, DONNA, ALTRO

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Bernardine Evaristo Tanta umanità, un sacco di vite, pochissima punteggiatura. Le protagoniste sono 12 donne, lesbiche ed etero, nere o di sangue misto, sono giovani ed anziane, hanno vite anticonvenzionali o estremamente nelle righe. Mettono in luce con estrema forza l’arabesque di colori e possibilità…

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Ancora una ricetta di pollo…va bene, il pollo ci piace! CUCINIAMO INGREDIENTI per 2 persone 700 g di pollo 1 cipollotto 2 peperoni medi 250 g di pomodori pelati 1 spicchio di aglio zenzero timo noce moscata olio, sale e pepe PREPARAZIONE: 1- Tagliate a…

COME UN RESPIRO

COME UN RESPIRO

Ferzan Ozpetek

E’ molto bello questo libro, mi ha tenuta incollata alle pagine e mi ha lasciata senza parole nel finale.

E’ da ieri sera che provo a trovare le parole per descriverlo.

Cosa si può scrivere di questo libro?

Si può scrivere Adele ed Elsa, si può scrivere sorelle, si può scrivere simbiosi, si può scrivere Roma, si può scrivere Istanbul, si può scrivere Vittorio.

Lettere dal passato e racconti nel presente.

In una domenica come tante Sergio e Giovanna si stanno preparando per accogliere i loro amici a pranzo. Ma alla loro porta bussa Elsa, sta cercando Adele, sua sorella, che ha abitato in quella casa tanti anni prima. Calamitati dalla sua personalità la fanno entrare e, insieme agli altri 4 amici, ascoltano l’inizio della sua storia.

Sarà Adele a continuare la stessa storia, ma dal suo punto di vista.

Una storia molto lontana nel tempo che ha sconvolto e cambiato la vita di queste due sorelle. Avrà forse minato il loro rapporto?

In parte ha sconvolto me, come capita spesso con i libri di Ozpetek. Riesce a creare il mistero e la suspense all’interno di spazi ricchi di persone dove riesci veramente a respirare un clima confortevole e caldo che solo una strana e improponibile famiglia allargata, l’odore del cibo e del liquore possono generare.

Ozpetek scrive veramente bene, hai davanti agli occhi le persone, i luoghi perfino gli odori che descrive. Riesci ad immaginare Istanbul anche se non l’hai mai vista, riesci a percepire l’umidità e il vapore degli hamam, lo sfarzo delle feste in ambasciata, la luce della casa di Roma, il conforto che possono dare gli abbracci, e anche il sapore dell’Hunkar begendi, la delizia del sultano, agnello stufato su letto di melenzane.

Vai alla ricetta.

HUNKAR BEGENDI di COME UN RESPIRO

HUNKAR BEGENDI di COME UN RESPIRO

Si narra che il sultano Abdulaziz fece preparare questa ricetta in occasione della visita dell’imperatrice di Francia Eugenia Bonaparte, moglie di Napoleone III. Quando l’imperatrice arrivò ad Istanbul il sultano fece preparare un banchetto, e la portata principale era “la delizia del sultano”: Hunkar begendi.…